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Il peggiore

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Con le parole avvelenò il cuore del popolo tedesco. Con il cianuro avvelenò i suoi figli.
Per il ruolo decisivo che ebbe nell’indottrinare, nel piantare semi malefici che fecero di uno dei Paesi più avanzati e civili d’Europa un propulsore di odio, guerra, e atrocità indicibili, Joseph Goebbels fu il peggiore di quel gruppo di uomini senza migliori che guidò il regime nazista, Con bugie, invettive violente, mistificazioni storiche si occupò di creare il consenso alle politiche di annientamento di disabili, oppositori, omosessuali, etnie considerate inferiori e soprattutto alla necessità della soluzione finale: lo sterminio degli ebrei.

Lui che aveva sofferto di zoppia, generatrice di complessi e rancori, sosteneva la necessità di purificare la Germania liberandola dai non ariani, dalle razze inferiori che impedivano la realizzazione del vero spirito della tedesco. Lui, il signor nessuno, diventerà il regista delle parate di regime, il subdolo organizzatore di macchinazioni come l’incendio del Reichstag, pretesto finale per vincere le elezioni e instaurare la dittatura. Lui, il signor nessuno, verrà nominato da Hitler ministro per l’informazione del popolo e per la propaganda, manipolatore ufficiale del Reich. Radio, cinema, teatro, stampa ricadranno sotto il suo controllo.

Ce lo racconta, con dovizia di particolari, Lionel Richard, accademico francese ed esperto di storia culturale tedesca. La ricostruzione della vita e “delle opere” emette un giudizio inappellabile: Goebbels fu un uomo senza tratti umani.

Storpio nel corpo e nell’anima (cit. Thomas Mann)

Ed è il controllo totale dell’informazione, unitamente all’uso indiscriminato della violenza contro gli avversari politici, a spianare la strada al nazismo. Goebbels ha letto il libro di Gustave Le Bon, Psicologia delle folle, e ne ha fatto tesoro.

...la propaganda non deve assolutamente apparire intenzionale, è fondamentale che venga abilmente somministrata perché “nel momento medesimo in cui un individuo assume consapevolezza della vera natura delle propaganda, questa smarrisce la sua efficacia…

Giornali, agenzie di stampa ricevono puntuali direttive su cosa fare, dire e cosa non dire. D’altro canto ormai c’è la corsa a inchinarsi ai nuovi padroni, l’arrivismo servile si diffonde ovunque. E quando Hitler inizierà la sua corsa al riarmo e alla necessità della guerra, sarà Goebbels a individuare i veri fautori della guerra. gli ebrei, già additati come corruttori dello spirito tedesco e dell’intero occidente.

Esemplare sarà la realizzazione del documentario L’ebreo errante destinato a indottrinare il grande pubblico sulla reale natura della “razza ebraica”. Si tratta di una vera e propria istigazione all’antisemitismo: vengono utilizzate riprese girate nel ghetto di Lodz dopo l’invasione della Polonia, ivi compresa la macellazione rituale per suscitare disgusto, ribrezzo, repulsione in modo…naturale. Il popolo tedesco doveva entrare in sintonia con la politica genocida.

Nel frattempo la Germania occupa senza grandi difficoltà tutti i Paesi confinanti, a Est come a Ovest, ovunque la propaganda anti-ebraica è in primo piano, fino a quando diventa opportuno affiancarvi quella anti bolscevica, preparatoria all’invasione dell’Unione sovietica, alla guerra totale.

Il disastro di Stalingrado, le defaillances militari su altri fronti non incrinano il delirio propagandistico ma iniziano a far presagire a Goebbels che forse la vittoria finale non è imminente. Sarà lui a prendere in mano la situazione per raddrizzare le sorti della Germania? Fino all’ultimo Goebbels pensa che il problema sia infondere ottimismo nel popolo tedesco, ormai stremato dai bombardamenti, dai morti in battaglia, dalla fame. Lo pensa fino all’ultimo.

Chiusi nel bunker di Hitler, insieme alla moglie Magda, fanatica estimatrice del nazismo e del capo supremo, decideranno di seguire le sorti del fuhrer. Non prima di aver assassinato i loro figli.

Lionel Richard, Goebbels. Ritratto di un manipolatore, Giunti, 16,90€

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